Abstract
L’imaging in 3D in Ortodonzia: dalla ricerca alle implicazioni cliniche
di Cattaneo Paolo M.
L’imaging in 3D per l’ortodonzia è per lo più associato all’utilizzo clinico largamente accettato degli scanner intraorali e, in minor misura, della tomografia computerizzata a raggio conico. Negli ultimi vent’anni, pertanto, l’imaging in 3D ha senz’altro migliorato la valutazione della morfologia cranio-facciale e di conseguenza ha offerto la possibilità di migliorare la pianificazione e il monitoraggio del trattamento. Diverse sono invece le tecniche che sono state impiegate per rispondere ad alcune domande più pertinenti alla ricerca di base. Una di queste tecniche è la micro-tomografia, che è stata utilizzata per ottenere informazioni in 3D sulle strutture di supporto dento-alveolari con livelli di dettaglio mai raggiunti prima. E per finire, la scansione del volto in 3D consente di acquisire informazioni longitudinali, compresi gli effetti del trattamento e della crescita, con il grande vantaggio, rispetto ad altre modalità di imaging in 3D che usano radiazioni ionizzanti, di essere più sicura e in teoria priva di rischio per i pazienti. La presentazione illustra alcune delle tecniche menzionate sopra e le loro applicazioni volte a rispondere ad alcune domande di ricerca e analizza le ricadute cliniche di queste tecniche.
Obiettivi di apprendimento
Dopo la tua relazione sarai in grado di conoscere della generazione di immagini n 3D e del loro utilizzo a fini di ricerca.
Dopo la tua relazione sarai in grado di sapere come la ricerca basata sull’imaging in 3D possa tradursi in informazioni rilevanti per la pratica clinica.
Dopo la tua relazione sarai in grado di avere maggiori conoscenze dell’architettura delle strutture dento-alveolari a livello microscopico.